LA NATURA È ANCORA NOSTRA SORELLA?
Basta con gli incendi!
Pensare e attuare i rimedi
Molto interessante l’incontro di giovedì 8 ottobre scorso ad Avola presso la parrocchia Sant’Antonio Abate: competenti e avvincenti i relatori, accorta la conduzione, interessanti gli interventi. Necessario mettere in evidenza il contributo tutt’altro che secondario di padre Daniel.
La novità della quale prendere atto con soddisfazione sta nell’entrata in campo della società civile, con il comitato MAI Movimento Antincendio Ibleo, al momento circoscritto all’area Iblea, versante aretuseo (Avola, Noto).
Si coglie, dalle relazioni, il concetto della “cura”, ovvero di qualcosa che duri nel tempo, che rifugga dalla estemporaneità.
Non si può non essere d’accordo e la conseguenza è nel prendere atto che cura fa rima con “struttura”. In altri termini, se si vuole il contrasto agli incendi, bisogna darsi una struttura idonea.
Comuni, province e Regione sono gli attori amministrativi dei processi di prevenzione e contrasto, VVFF Protezione Civile e Corpo forestale gli attori, negli uffici e sul campo. Qual è il livello del coordinamento? Tutti fanno il proprio dovere, ma se la devastazione avanza, è segno che occorre altro. Meccanismi, mezzi, procedure, esigono controlli e rispetto tempi.
In altre parole, se la vera novità e il nuovo strumento sta proprio nell’ingresso della Società civile, bisognerà al più presto decidere di quale forma dotarsi, per evitare che si dia luogo ad azioni improntate all’entusiasmo – o alla disperazione – sentimenti intensi, ma passeggeri. O, ancora, legate all’impegno di tizio o caio, oggi disponibili, domani no.
Dunque, il nodo da sciogliere sta nella forma che la Società civile vorrà darsi, per affrontare compiti precisi che debbono ancora essere chiariti, e per darsi il peso che merita nelle decisioni delle istituzioni.
In altri termini, se tutti parliamo la lingua della partecipazione, occorre andare verso una istituzionalizzazione della partecipazione stessa. Una ipotesi percorribile è analoga a quella indicata dal governo sui rifiuti, ovvero l’istituzione di un Osservatorio Regionale, al quale si potrebbe aggiungere un omologo a livello comunale. Insieme e in collaborazione alle rispettive istituzioni – questo è l’auspicio – gli Osservatori dovrebbero mettere a punto un cronoprogramma di azioni e avrebbero il compito di sorvegliare che queste vengano svolte per tempo.
Esempio: gli stagionali debbono essere in carico e pronti all’azione non oltre il 15 maggio, dunque al momento giusto dovranno essere effettuate le procedure di ingaggio. E altri tantissimi esempi che si possono fare. Questo non sarebbe che l’inizio, perché ogni Osservatorio, approfondendo il proprio ruolo e le proprie conoscenze, avrebbe facoltà e capacità di individuare e indicare nuove soluzioni organizzative. Fra i tanti esempi: proporre la riunificazione dell’Azienda Foreste con il Corpo forestale, proporre l’assunzione in proprio dei mezzi di contrasto di primo intervento, come gli elicotteri, eccetera eccetera. A livello comunale, oltre a verificare l’adozione dei provvedimenti opportuni al momento giusto, l’Osservatorio potrebbe controllare l’esecuzione degli adempimenti amministrativi che seguono un incendio, come l’aggiornamento del catasto dei terreni percorsi dal fuoco.
Ovviamente, Osservatori pletorici e non operativi sarebbero una sciagura, tanto che la composizione dei due Osservatori costituirebbe, in definitiva, la vera grande ultima sfida da giocare nei prossimi giorni, qualora si decidesse di proporla alle istituzioni.
Restano ancora sullo sfondo temi che provocano grande inquietudine, ovvero se c’è o ci possano essere uno o più business, dello spegnimento e delle bonifiche. Allarmante, inoltre, la desertificazione provocata dal pascolo abusivo sempre più intenso e incontrollato, che facilita la sostituzione delle essenze nei terreni pascolativi con altre di scarso pregio, facili al fuoco e che comportano il degrado progressivo dei terreni.
Occorrerebbe in tal senso verificare i meccanismi di premialità e i finanziamenti a favore degli allevatori senza scrupoli ed eventualmente modificare l’art. 10 della legge 353, nella parte in cui, secondo alcune autorevoli interpretazioni, gli animali al pascolo nei terreni non boschivi percorsi da incendio non possono essere allontanati.
L’incontro di Avola è stato voluto dall’Associazione Onlus SuperAbili, editrice del pregevole periodico “Lo Sguardo” il cui direttore responsabile è Salvatore Vaccarella, con il contributo organizzativo di Saro Cuda, presidente dell’Associazione Acquanuvena di Avola.
Fra quello che è stato detto dagli autorevoli relatori e la costituzione del M.A.I., è stata aperta una strada che potrebbe davvero portare a soluzioni praticabili per la prevenzione e il contrasto degli incendi. Sempre con questi obiettivi, andrebbe infine esplorata la formazione di una rete di Comitati nati in varie parti dell’isola, promossi da cittadini esasperati da questa inaccettabile ulteriore piaga a carico della salute delle persone, dell’ambiente e soprattutto del futuro di tutti noi.
Il Blog di Scicli, Giampaolo Schillaci