Contrasto agli incendi e alla desertificazione dei terreni percorsi dal fuoco
Riordino e la razionalizzazione del settore forestale in Sicilia
Una proposta operativa
Con la a presente proposta non intendiamo sostituire altre, legittime e qualificate, semmai integrarle ponendo l’accento su: riunificazione del Dipartimento dello Sviluppo Rurale e Territoriale con il Corpo Regionale Forestale, la Stabilizzazione dei precari, la Modifica / interpretazione autentica art. 10, L.353/2000, l’Istituzione dell’Osservatorio Regionale per il Paesaggio e l’Economia Circolare e degli Osservatori Comunali.
Il documento che segue non ha alcuna pretesa se non quella di costituire una base di ragionamento da sviluppare in piena partecipazione fra tutti coloro che si stanno impegnando a fondo nell’affrontare una delle questioni più scabrose e invalidanti per l’intero territorio della nostra Isola
Quello che è certo è che se non troviamo qualcosa di nuovo e di concreto, l’anno prossimo fra alterazioni climatiche, abbandono delle campagne, inefficienze immutate, raccoglieremo altri devastanti incendi e cumuli di inutili proteste
Premessa e obiettivi
Le proposte della Società civile per il contrasto agli incendi
Proposte di legge in discussione
I punti critici delle proposte in discussione
Lo stato di fatto: Dipartimento e Corpo Forestale
Punti critici della ripartizione fra Dipartimento e Corpo Forestale
Criticità dei processi
La proposta
Conclusioni
Premesse e obiettivi
Gli incendi frequenti, ripetuti, violenti delle ultime settimane della primavera 2021 mostrano il precipitare di una situazione già gravissima ormai da anni. Al di là delle buone intenzioni, nessuna efficace prevenzione è stata messa in atto, né l’impiego talvolta massiccio e prolungato di uomini e mezzi di spegnimento anche aerei è stato sufficiente per avere ragione del fuoco. Tutt’altro che risparmiati Parchi e Riserve, ovvero laddove la sorveglianza è maggiore.
Tutto ciò è inequivocabile segnale di un approccio del tutto insufficiente alla tragedia degli incendi e di come sia non rimandabile la messa a punto di una strategia appropriata.
Una strategia appropriata può consistere nella dotazione congrua e tempestiva di uomini e mezzi, sia per la prevenzione, sia per la cura delle aree boschive pre e post evento, sia per lo spegnimento. Ma anche nella ricerca e nello sviluppo di nuovi sistemi e di nuove modalità di intervento.
Questi i punti da prendere in considerazione: la riunificazione del Dipartimento e del Corpo Regionale Forestale, la stabilizzazione dei precari, una modifica che renda l’Osservatorio del Paesaggio un reale supporto nel contrasto agli incendi, l’istituzione degli Osservatori comunali, l’interpretazione autentica del comma 1, art. 10 Legge 353/2000
Le proposte della Società civile per il contrasto agli incendi
La successione di catastrofici eventi ha indotto la società civile ad organizzarsi in forme varie di aggregazione. Una società sempre più allarmata di fronte all’ampiezza e alla frequenza degli eventi incendiari e soprattutto di fronte alla inadeguatezza di intervento da parte delle istituzioni. Il Coordinamento SalviAmo i Boschi Sicilia ha espresso un documento che affronta più aspetti della questione incendi, dalla prevenzione alla rimboschimenti, alla deterrenza per coloro che appiccano il fuoco.
https://www.facebook.com/salviamoiboschisicilia/
Legambiente, nei suoi Dossier 2007 e 2017 mette l’accento sulle cause, fra incendi occasionali, colposi, dolosi, e i possibili interventi. http://www.legambientesicilia.it/2017/07/13-07-2017-emergenza-incendi-numeri-e-dati-di-legambiente-la-sicilia-la-regione-piu-colpita-con-13-052-ettari-distrutti-dal-fuoco/
Legambiente Sicilia ha prodotto una lettera – documento focalizzato su quanto accade nella nostra Regione, prospettando rimedi: http://www.legambientesicilia.it/2020/11/21-11-2020-festa-dellalbero-incendi-in-sicilia-necessari-provvedimenti-radicali-applicando-le-norme-esistenti-ma-anche-pensando-a-nuovi-strumenti/
Un gruppo di cittadini di Scicli, impegnato nella disamina della questione incendi in Sicilia, precorre considerazioni e conclusioni che oggi vengono sottoposte all’attenzione delle istituzioni.
Ulteriori apporti, anche molto qualificati, sono stati conferiti da studiosi e da operatori forestali.
Proposte di legge in discussione
Sul fronte del contrasto agli incendi boschivi, ma anche sul fronte della desertificazione e dell’impoverimento ambientale che ne deriva, oggi si registrano due iniziative di legge, due DDL, che in estrema sintesi possono essere semplificate.
Il governo regionale ha presentato un DDL che prevede il passaggio dalle tre attuali categorie di lavoro – tre sono le durate dell’assunzione – a due categorie, nonché il blocco del turnover. Vengono aumentate le giornate di lavoro pro capite e mantenuto il precariato.
L’altro DDL, il 1009, è proposto da una schiera di parlamentari abbastanza variegata assieme al SIFUS, il Sindacato Autonomo dei Forestali Siciliani. Questa proposta prevede l’assunzione di tutti i precari ai fini di una migliore gestione e razionalizzazione logica del patrimonio boschivo, ma anche dal punto di vista turistico e ambientale.
I punti critici delle proposte in discussione
La suddivisione di competenze e risorse. Le proposte presentate non affrontano la questione posta dalla suddivisione, attuata nel 2000 dall’allora governo Cuffaro con l’assessore Castiglione, dei due rami dell’amministrazione che si occupavano di boschi, creando da un lato il Corpo Regionale Forestale con il relativo Ispettorato Ripartimentale delle Foreste, e dall’altro l’Azienda Foreste Demaniali, dando luogo a dispersioni e inefficienze che si sono rivelate esiziali e non rimediabili con l’attuale assetto.
Gli interlocutori. Né è stata affrontata altra questione radicale, che è quella della individuazione di nuovi interlocutori, visto che nessuna delle interlocuzioni fra società civile e istituzioni ha conseguito risultati; mentre, gli adempimenti a carico dei Sindaci si sono definitivamente rivelati non sopportabili dall’ente comunale, con ricadute estremamente negative sui territori.
Lo stato di fatto: Dipartimento e Corpo Forestale
Suddivisione e compiti. Il Corpo Regionale Forestale, con il relativo Ispettorato Ripartimentale delle Foreste, è presso l’Assessorato Territorio e Ambiente; mentre, l’Azienda Foreste Demaniali – che la cui denominazione odierna è Dipartimento dello Sviluppo Rurale e Territoriale – va in capo all’Assessorato Agricoltura.
Il Corpo Regionale assolve funzioni di polizia e di controllo, assumendo la gestione degli operai, repressione degli incendi e la prevenzione. Tuttavia, la vigilanza svolta dal Corpo Forestale ha non è paragonabile ad un corpo di polizia. Anche pregresse sentenze CGA che hanno più volte dimostrato l’infondatezza di tale organizzazione. A livello nazionale, con l’approvazione del decreto legislativo 177/2016, è stato soppresso il Corpo Forestale dello Stato con il conseguente assorbimento nell’Arma dei Carabinieri.
Il Dipartimento Sviluppo Rurale e Territoriale assolve funzioni di gestione del patrimonio boschivo forestale, nonché di quello edile e architettonico che si trova all’interno dei demani forestali. Assume la progettazione degli interventi e l’acquisizione di terreni al demanio forestale. Quest’ultima attività in declino negli ultimi anni a causa della indisponibilità di fondi; mentre pare che l’offerta sia consistente.
Punti critici della ripartizione fra Dipartimento e Corpo Forestale
Corpo Regionale e Dipartimento sono di articolazioni della pubblica amministrazione che si trovano ad operare sulla stessa materia e la separazione in due organismi risulta incomprensibile e nei fatti proprio a questo stato di cose deve essere caricato l’evidente insuccesso nella prevenzione e nel contrasto agli incendi nel territorio siciliano.
La carenza di risorse umane presso la Regione Siciliana è conclamata e nel Corpo Regionale Forestale la carenza di risorse umane è eclatante, fra assenza di concorsi, assunzioni e pensionamenti. Attualmente, sono in forze 400 unità a fronte delle 1303 previste. Eppure, con un personale al lumicino, vi sono due strutture duplicate.
Criticità dei processi
Ritardata approvazione del bilancio regionale. Non approvare il bilancio regionale entro aprile impedisce l’assunzione degli operai che devono procedere all’antincendio, e fornire i servizi di prevenzione. Le operazioni partono a luglio, cioè del tutto fuori tempo, ragione del disastro che puntualmente si verifica sin dalle ultime settimane della primavera.
Mancata o intempestiva manutenzione dei mezzi anticendio. Altra questione cruciale è la improvvida mancanza di fondi per la manutenzione dei mezzi di servizio, dei mezzi di soccorso e di tutto quello che serve ovviamente sia per prevenire che per reprimere l’incendio.
Crescente carenza figure di coordinamento e controllo. Se ci fossero gli operai presenti, la mancanza di figure appartenenti alla Corpo Forestale, di “uomini in divisa”, per norma non consente agli operai di agire da soli, inibendone l’azione. Dal momento che vi è forte carenza di personale, in alcune postazioni esso addirittura inesistente, si assiste a questa macroscopica incongruenza: non si può intervenire su un incendio anche avendo gli operai che potrebbero gestirlo, perché manca la figura principale di coordinamento e controllo di direzione delle operazioni.
Quesito applicazione art.10 della L.353/2000. Al comma 2 dell’art.10 della legge 353/2000 si pone il divieto di pascolo di “soprassuolo delle zone boscate percorse dal fuoco”. L’interpretazione letterale di questa definizione ha comportato la consuetudine adottata dagli organi di controlli regionali consistente nel consentire il pascolamento nelle aree di macchia mediterranea percorse dal fuoco, non includendo la “macchia mediterranea” nel “soprassuolo boschivo”, con ciò favorendo indirettamente comportamenti irregolari di allevatori che agiscono con superficialità o poco scrupolo. Ricordiamo qui, a tal proposito, che la Deliberazione della Giunta Regionale n. 420 del 28 novembre 2019 “Valorizzazione e tutela della Macchia Mediterranea – Istituzione della ‘Giornata della Macchia Mediterranea”, dichiara espressamente, fra l’altro, che per il Governo regionale la tutela della Macchia mediterranea costituisce un obiettivo di rilevante importanza poiché l’erosione delle foreste primigenie, causata da incendi boschivi, e l’esposizione del territorio al rischio idrogeologico e alla desertificazione, onerano l’Amministrazione non solo a potenziare ed estendere le aree forestali esistenti, ma soprattutto a conservare e migliorare il patrimonio di biodiversità vegetale ed animale della Macchia mediterranea”. Si richiede pertanto che la Regione Siciliana, Dipartimento al Territorio Ambiente, solleciti il Ministero per l’Ambiente ad emanare una circolare esplicativa utile per il riconoscimento della realtà vegetazionale boschiva della Regione Sicilia ed in particolare di quella dell’area iblea, ai fini dell’applicazione dei divieti di pascolo libero, estendendo la tutela del soprassuolo boschivo di cui art. 10 L 353/2000 alla Macchia Mediterranea, al fine di vietare il pascolo per dieci anni, similmente a quanto avviene per le aree boscate alle quali esplicitamente si rivolge l’art. 10 della L.353.
Istituzione dell’Osservatorio per il Paesaggio e per l’Economia Circolare. Numerosi e gravosi sono i compiti assegnati ai Sindaci, come si può rilevare dal DRPC Sicilia del 11 giugno 2020. I Sindaci, rivestendo un ruolo primario all’interno del sistema della Protezione Civile, così come previsto dall’art.12 del D. Lgs. n.1 del 02 gennaio 2018 e ss.mm.ii., hanno l’obbligo di predisporre i Piani Comunali di protezione civile, ivi incluso quello per il rischio incendio di interfaccia, di provvedere al loro periodico aggiornamento e di curarne l’attuazione. Si aggiungono le attività di diffusione tra i cittadini delle corrette norme di comportamento, utili alla salvaguardia della popolazione e del territorio. Molti altri sono tuttavia i numerosi e gravosi adempimenti a carico dei primi cittadini. Il Sindaco – unico responsabile non surrogabile della salute e della sicurezza dei cittadini – è altresì chiamato in causa nelle relazioni con tutti i corpi coinvolti al contrasto degli incendi, pubblici e privati: Forze di polizia locali, Corpo Forestale della Regione Siciliana, Agricoltori, Artigiani e commercianti, Operatori dell’accoglienza turistica, Gestori rifiuti.
Lo stato di evidente difficoltà dei Primi cittadini merita una collaborazione specifica che può essere esplicata in ambito partecipativo, con l’istituzione di un Osservatorio Regionale per il Paesaggio e l’Economia Circolare, replicato da Osservatori Comunali. Con taglio operativo volto alla sussidiarietà, obiettivi definiti, cronoprogramma delle azioni, composizione derivata da collaudata cittadinanza attiva, elenco degli stakeholder da incontrare semestralmente, gli Osservatori possono essere la chiave di volta di una nuova gestione partecipativa realmente mirata e efficace.
Tempestività. Il ritardo nella messa a disposizione delle risorse umane e materiali inficia qualsivoglia provvedimento migliorativo.
La proposta
Riunificazione di Azienda e Corpo Forestale. È di tutta evidenza la necessità di riunire le due parti in un unico organismo, venendo a disporre in tal modo di un maggior numero di uomini e di risorse, a fronte di una ormai insostenibile riduzione delle stesse.
Il soggetto gestore. Considerati gli effetti del decreto legislativo 177/2016, (soppressione del Corpo Forestale dello Stato con il conseguente assorbimento nell’Arma dei Carabinieri) sembra conseguenziale affidare all’Azienda foreste demaniali il riaccorpamento di questi due istituti diventando essa stessa unico soggetto gestore delle proprietà demaniali dei boschi delle foreste e degli immobili in esso contenuti, degli operai, della prevenzione incendi e del soccorso e spegnimento incendi.
Stabilizzazione. La stabilizzazione dei precari permette una organizzazione ottimale e una gestione razionale delle risorse umane e materiali.
Modifica / interpretazione autentica art. 10, L.353/2000. Includere la macchia mediterranea, con modifica o con interpretazione autentica della norma, al fine di tutelare questa risorsa ritenuta irrinunciabile quanto al “bosco”, con pronunciamento esplicito della Regione Siciliana e dei ricercatori del settore. Altrimenti i terreni percorsi dal fuoco, ma non coperti dal bosco convenzionalmente inteso (piante arboree di alto fusto) resteranno scoperti da ogni tutela.
Istituzione dell’Osservatorio Regionale per il Paesaggio e l’Economia Circolare e degli Osservatori Comunali. Il disastroso andamento del contrasto, la difficoltà conclamata dei Sindaci, la tendenza in atto verso la valorizzazione dell’associazionismo e della cittadinanza attiva sono fattori che orientano verso forme strutturate di collaborazione con le Istituzioni basate sulla Partecipazione Popolare che possono rivelarsi decisive.
Tempestività. Occorre mettere a punto un sistema di intervento tempestivo, talché tutte le risorse materiali e umane possano essere messe in azione al momento opportuno, ovvero con grande anticipo rispetto all’inizio della stagione. Probalmente, questa inderogabile esigenza si scontrerà con la cronica incapacità della Regione Siciliana ad approntare entro i termini il bilancio preventivo.
Conclusioni
La presente proposta non intende sostituirsi ad altre, legittime e qualificate, bensì porre l’accento su: riunificazione del Dipartimento dello Sviluppo Rurale e Territoriale con il Corpo Regionale Forestale (soggetto gestore identificato nel Dipartimento dello Sviluppo Rurale e Territoriale), la stabilizzazione dei precari, la Modifica / interpretazione autentica art. 10, L.353/2000, l’Istituzione dell’Osservatorio Regionale per il Paesaggio e l’Economia Circolare e degli Osservatori Comunali.
Catania – Scicli, luglio 2021
Vera Greco – Associazione Italiana Architettura del Paesaggio
Giampaolo Schillaci